 |
Angelo Allegrini
copyright Tusciaweb |
Riceviamo e pubblichiamo
- Inqualificabile, grave e preoccupante. Questo il mio giudizio sull’aggressione premeditata dell’altra sera ai ragazzi della Sinistra giovanile. A loro e agli amici Ds manifesto pertanto la mia piena solidarietà unita allo sdegno per quanto accaduto.
Credo tuttavia che se vogliamo veramente concorrere ad evitare che queste cose possano ancora avvenire, occorre andare oltre le parole di circostanza e cercare di fare al meglio la nostra parte.
Questo Paese sta assistendo a tutta una serie di fatti, dal bullismo ad altri comportamenti anomali delle giovanissime generazioni, che sono tutti riconducibili ad una più generale caduta di valori dovuta alla proposizione di modelli fuorvianti o falsamente moderni.
Occorre cominciare a dire, a voce alta, che non è vero che tutte le opinioni ed i giudizi sono uguali o meritano rispetto, esattamente come non tutti i comportamenti sono socialmente accettabili e leciti.
Quando con la scusa del “politicamente corretto” si tenta di sostituire il Crocefisso nelle scuole a favore, magari, di un corso di storia delle religioni, si imbocca una scorciatoia pericolosa che, in nome di un’astratta laicità, abbandona tradizioni sicure per percorrere nuove strade dai confini incerti.
E se bene fa dunque il Santo Padre ad ammonire i cristiani e a metterci in guardia dai rischi del relativismo, lo stesso dovremmo fare noi sul piano strettamente attinente alla politica.
Il riapparire sulla scena di gruppi neofascisti che si richiamano in maniera aperta alle esperienze squadriste del primo dopoguerra o teorizzano l’esaltazione dello scontro fisico, appartiene ad una semplificazione del quadro politico complessivo che porta a cancellare i risultati faticosamente costruiti in cinquant’anni di storia democratica.
Spiace dirlo ma si tratta anche di uno dei frutti avvelenati prodotti dal bipolarismo e dalle riforme istituzionali in Italia negli ultimi quindici anni.
I sindaci eletti dal popolo, i “governatori”, i “premier”, da un lato rispondono ad esigenze reali di governabilità ma, dall’altro, favoriscono una visione troppo personalizzata della politica che facilmente sconfina in dinamiche populiste e peroniste.
Così i supertecnicismi, lo svuotamento delle competenze degli organi elettivi in favore delle funzioni dirigenziali, i vincoli sopranazionali, i patti di stabilità e via dicendo, sono tutti aspetti di un fenomeno generale che ha inaridito la politica buttando via il bambino insieme all’acqua sporca.
La divisione in due poli, contrapposti e rivali, alimenta un clima di ostilità ove, invece di essere stimolati a dare il meglio, la ricerca del consenso viene fondata sulla demonizzazione e la delegittimazione dell’avversario.
In questo modo ciò che viene percepito come “teatrino della politica” si allontana sempre di più dal bisogno di vedere esaudite le proprie richieste e tutelati i propri interessi; non rimane allora che la risposta individuale, la prova di forza con il suo bagaglio di simboli e false mitologie o la legge della giungla.
Noi, che l’esperienza totalitaria abbiamo già vissuto, conosciamo fortunatamente l’antidoto sperimentato con successo dai nostri padri costituenti: la Politica, con la P maiuscola, che favorisce dialogo, rispetto, partecipazione, confronto e ricerca di quanto di buono esiste nelle parole di chi ci sta di fronte.
Meglio unire che dividere.
Questa dovrebbe essere la nostra sfida pacifica e il nostro dovere.
Costruire il futuro Partito Democratico, per superare definitivamente fossati ideologici scavati nel ‘900 ed ormai privi di senso, per aggregare su contenuti piuttosto che su bandiere, sarà la nostra risposta.
Angelo Allegrini
Segretario comunale della Margherita