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Il sindaco Carai durante l'esplosivo consiglio comunale
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Annamaria Fabi vota per il sindaco Carai
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L'opposizione
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Consolata Piras (FI)
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Fabiola Talenti(An)
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L'aula assediata
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In piazza col "poppolo"
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- Strafottenza, arroganza, sarcasmo. Questo il clima allucinato del consiglio comunale di ieri sera a Montalto di Castro.
Il sindaco Carai in pochi minuti ha messo in fila la Finocchiaro, Fassino, il sindaco di Tarquinia Mazzola e anche la magistratura, nel consiglio comunale che aveva all’ordine del giorno la mozione di sfiducia presentata dall’opposizione di centrodestra.
Mozione respinta con undici voti contro cinque. Ma Carai è riuscito ancora una volta a farsi male da solo.
Andando di perla in perla.
Per Carai Anna Finocchiaro, capogruppo dell’Ulivo al Senato, e semplicemente una “talebana del c...”
“Hanno titolo di chiedere le dimissioni del sindaco - spiega Carai - i consiglieri e non la Finocchiaro. Quella talebana del c...”.
Con Fassino, segretario nazionale dei Ds, il sindaco non va più leggero: “E’ il segretario nazionale che ha bisogno di me, non io di lui”, dice nel corso di una sorta di delirio di onnipotenza.
Ma non finisce qui, mentre un centinaio di cittadini osannanti assediano il consiglio comunale che doveva mettere una pietra sopra alla vergognosa vicenda del prestito per la difesa dei ragazzi accusati di stupro di una minorenne, il buon Carai non manca di attaccare il sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola.
“Al sindaco di Tarquinia deve essere arrivata - spiega Carai - la stessa lettera inviata a me dalle assistenti sociali del tribunale dei minori. E allora perché non si è adoperato per la ragazza. Io non potevo farlo”.
Insomma Carai buono, Mazzola no-buono.
Ce n’è anche per la magistratura.
“Se io fossi stato presente - inveisce Carai contro i consiglieri di opposizione - le determine non ve le avrei date neppure se veniva il pubblico ministero. Quelle determine contenevano i nomi delle famiglie dei ragazzi. Dovevano essere secretate. E voi avete reso pubblici i nomi. Vergogna! Se c’ero io le determine le vedevate col binocolo”.
Insomma sarà stato il popolo che lo osannava ma Carai invece di cospargersi il capo di cenere attacca, attacca tutti.
Il clima in consiglio è bulgaro, con i consiglieri di Forza Italia e An che sono costretti a parlare tra le urla dei cittadini. Senza che Carai abbia il buon gusto di far sgombrare l’aula.
L’unico “errore” che il sindaco si riconosce è quello di “eccesso di generosità sociale”.
Ecco poi il ritrattino di come Carai vede la figura del sindaco oggi in Italia.
“Potrei fare il dittatore o il podestà, e lo potrei fare. Ma io non l’ho fatto. Voi non sapete neppure quali sono i poteri di un sindaco”.
E giù contro l’opposizione: “Non sapete fare nulla di quello che compete a un consigliere. Qui non si passa. Si deve aspettare cinque anni e altri dieci anni”.
Dopo qualche interrogazione il consiglio si chiude, il sindaco scende in piazza a salutare il suo popolo che durante il consiglio, gridava “Carai- Carai- Carai”.
E bacia, abbraccia, saluta. Insomma per Carai questa è la democrazia.
E ovviamente il voto del consiglio che ha respinto la mozione di sfiducia passa in secondo piano rispetto al populismo da strapazzo manifestato da una minoranza degli abitanti di Montalto.
Ma per la cronaca vanno ricordati i consiglieri che hanno respinto la mozione di sfiducia a cotanto sindaco, tra loro anche una donna: Alessandro Ansidoni, Angelo Brizi, Annamaria Fabi, Giuliano Sabatini, Gabriele Saitto, Anelio Uccelletti, Mario Lupidi, Gianni Petronio, Mauro Quintiliani, Vittorio Renzi e Gabriele Rossi.
Per le dimissioni hanno votato in un clima avvelenato e insopportabile: Sergio Caci, Marco La Monica, Consolata Piras, Marco Fedele e Fabiola Talenti.