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L'assessore Picchiarelli
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Riceviamo e pubblichiamo -
Sconcerto, indignazione, rabbia, queste sono le prime sensazione che si provano nell’apprendere dalla stampa la notizia che un Comune della nostra Provincia, Montalto di Castro, ha deliberato di “anticipare” le spese legali, 5mila euro ciascuno, per ciascuno dei 5 giovani accusati di aver stuprato una giovane ragazza.
Crediamo sia vergognoso l’atteggiamento del Comune che decide di “prender parte” in una vicenda carica di dramma, difendendo aprioristicamente quei ragazzi e contribuendo quindi alla diffusione di quella barbara incultura di cui siamo quotidianamente vittime incolpevoli.
Troppo spesso infatti, a fronte di dati preoccupanti sulla diffusione di questo fenomeno, che nel territorio della Provincia di Viterbo raggiunge peraltro picchi allarmanti, si sentono commenti che tendono a capovolgere la realtà, trasformando i carnefici in vittime e viceversa.
Ecco, è proprio in questo contesto che dobbiamo inserire questa vicenda, in cui un ente locale utilizza risorse pubbliche per contribuire alla difesa di cinque ragazzi accusati di stupro, con motivazioni imbarazzanti (non avevano la capacità di provvedere autonomamente né loro né le rispettive famiglie).
Non entriamo nella discussione tecnica, anche se va ricordato che l’ordinamento penale italiano prevede che, in casi di reddito inferiore ad una determinata soglia, si possa accedere all’istituto del gratuito patrocinio, ma abbiamo invece la volontà di ribadire come la nostra idea di società sia profondamente diversa, un’idea in cui siano proprio gli ultimi, le vittime, i più deboli, a trovare l’appoggio ed il sostegno delle comunità locali.
Ogni giorno, in ogni dove, donne, giovani e meno giovani, in casa come nei luoghi di lavoro, nei luoghi più disparati, sono oggetto di brutali violenze, contro il loro fisico e contro la loro identità, ed è proprio pensando ai loro diritti ed a quelli delle loro famiglie che dovremmo comportarci.
A tutti va assicurato quel principio sacrosanto di garantismo democratico che è rappresentato dalla presunzione d’innocenza, ma crediamo che il ruolo degli enti locali sia piuttosto quello di lavorare per evitare l’insorgere di fenomeni simili, agendo quindi sulle giovani generazioni, nelle scuole prima di ogni altro luogo, per costruire un modello di società diverso.
Crediamo per esempio che l’amministrazione comunale avrebbe fatto meglio a spendere quei soldi in un progetto di formazione informazione per evitare che episodi simili si ripetano in futuro, dando ad esempio continuità al meritorio lavoro che il centro antiviolenza Erinna svolge con competenza e dedizione.
Giuseppe Picchiarelli
Assessore alle politiche sociali provincia di Viterbo