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Il sindaco Carai
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- Allucinante e contraddittoria esternazione del sindaco Carai, che da un lato chiede scusa alla ragazza che ha denunciato lo stupro e dall'altro continua difendere la sua sconsiderata azione amministrativa.
Ancora una volta il sindaco Carai tenta di farsi male da solo con una esternazione al Messaggero in cui dice tutto e il contrario di tutto.
“E’ accaduto che alcune famiglie - argomenta il sindaco per giustificarsi - si siano trovate in estrema difficoltà, sia dal punto di vista psicologico che da quello economico, vittime oggettive di una situazione più grande di loro, e si siano rivolte a noi chiedendo aiuto.
Abbiamo ritenuto - racconta Carai - che fosse nostro dovere non nascondere la testa sotto la sabbia, ma dare una risposta.
Una risposta ispirata dalla lettera a noi inviata dalle assistenti sociali del Tribunale dei minori, con la quale si sollecitavano interventi utili al reinserimento sociale di quei ragazzi.
E io ho fatto tutto quanto era nelle mie possibilità e nei miei doveri di sindaco per assecondare lo spirito di quella lettera, avendo ben chiara e netta la distinzione da tenere tra l'eventuale condanna legale e la possibile condanna sociale, questa sia drammatica e definitiva”.
Come dire che per Carai gli interventi utile al reinserimento consisterebbero nell’anticipare i soldi per la difesa. Un paradosso.
Come dire che, per Carai, un sindaco deve anticipare i soldi per la difesa di chi è accusato di stupro.
Ma Carai è bravo e spiega che questa volta si è trattato di “un aiuto economico alle famiglie che, in questo caso, prevede in maniera chiara e specifica la restituzione delle somme al Comune, con l'auspicio che siano i ragazzi stessi a provvedere con il loro lavoro”.
Insomma non si tratta di finanziamenti a fondo perduto.
Ma Carai supera sé stesso e arriva a dare per scontata la colpevolezza dei ragazzi coinvolti affermando: "Nessuno di noi ha mai pensato di giustificare in alcun modo il comportamento tenuto dai ragazzi in questa dolorosa vicenda.
La mia, la nostra condanna è stata fina dall’inizio piena, assoluta, incondizionata. E tale rimane.
Il nostro intervento era ed è finalizzato unicamente ad alleviare le sofferenze, anche psicologiche, di famiglie di nostri concittadini che, come abbiamo avuto modo di constatare direattamente, escono profondamente segnate da questa vicenda".
Una affermazione stupefacente in cui non si parla di "ragazzi accusati dei fatti" ma si dà per scontato tutto, prima che la magistratura accerti cosa effettivamente è accaduto. Saranno contenti gli avvocati difensori degli otto giovani.
Carai non manca, fortunatamente, di chiedere scusa alla ragazza che ha denunciato lo stupro.
“Non ho mai pensato che questo mio intervento potesse in qualche modo, seppure indiretto, arrecare ulteriore sofferenza a una ragazza già duramente provata.
Se questo è accaduto, al di là dei nostri intenti e della nostra volontà, me ne scuso con lei e con la sua famiglia, alla quale va tutta la mia solidarietà di sindaco, di uomo e di padre”.
Anche a Carai sorge il dubbio che forse non è stato troppo lungimirante.
”Con il senno di poi - afferma -, alla luce di quanto accaduto valuterei probabilmente secondo un'ottica più estesa ogni aspetto della vicenda e ogni iniziativa da intraprendere in merito, allo scopo di non arrecare, seppure involontariamente, alcun danno all'immagine del suo paese, a tutte le famiglie coinvolte e soprattutto alla ragazza che più ne è rimasta colpita e ai ragazzi protagonisti di questa disgraziata vicenda”.
Anche qui una affermazione preoccupante, il sindaco ci ripensa un po' ma solo perché mezzo mondo è intervenuto. Non per la sostanza della cosa. Non perché quello che è stato fatto è assurdo da tutti i punti di vista.
Una esternazione che, se ce ne fosse stato bisogno, rafforzano l’idea che un sindaco con le idee così poco chiare si debba dimettere. Subito.