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Severo Bruno
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- La recente storia del nostro Paese ci ha abituati o quanto meno ci ha fatto rassegnare a sentire dopo ogni tragedia pubblica proclami di alto contenuto programmatico, seguiti poi dalla solita routine fatta di rinvii, proroghe, con doni e simili, come se quanto accaduto fosse stato già dimenticato.
Per fare qualcosa di utile, e non soltanto per esprimere anch'io altri commenti sui fatti luttuosi, salvo partecipare com'è doveroso a tanti drammi privati e all'incalcolabile ferita inferta alla comunità civile dell'Aquila, aggiungo qualche considerazione sulle cause di quanto avvenuto e sui possibili rimedi.
Fa riflettere la distruzione di caseggiati nuovi o ancora in costruzione, o ancora non finito a trent'anni dall'inizio come il nuovo ospedale, e in generale la distruzione della parte nuova e moderna della città.
Per alcuni casi si è parlato di sabbia di mare aggiunta al calcestruzzo, per altri di violiazioni sistematiche di ogni buona regola di costruire, e per tutti i casi si è lamentata la mancanza di qualsiasi disciplina legislativa aggiornata per le costruzioni in aree ad alto rischio sismico che ha reso possibile la speculazione ed i risparmi dei costruttori.
Già nel 2001 nel Testo unico dell'edilizia si programmava l'emanazione prossima delle specifiche tecniche per le costruzioni in zone sismiche, arrivate poi solo nel 2003, ma non più entrate in vigore per successive proroghe del termine di adempimento fino al 2008, quando finalmente se ne è decisa l'applicazione ma soltanto per gli edifici pubblici di interesse strategico, quali scuole, ospedali ecc. per cui ad oggi le scuole private possono essere costruite senza quelle specifiche, ad esempio.
Inoltre, manca del tutto la previsione di controlli capillari delle condizioni degli edifici esistenti, anche in presenza di crepe e cedimenti.
Ma se le cause dei crolli e delle distruzioni sono molteplici e non possono essere tutte attribuite ai tecnici, che anzi finora solo in piccola parte sono stati indicati come responsabili, non rimane che chiederci se esiste per caso un sistema distorto che fa dell'urbanistica italiana in generale la grande imputata per tutte le illegittimità e le illiceità che ruotano intorno al mondo delle costruzioni.
Dal traffico delle aree edificabili, alla illeggibilità dei piani regolatori, ai tempi di costruzione delle opere pubbliche, tutto è complicato e discutibile, incerto e senza scadenze, tale quindi da valere somme ingenti per chiunque possa intervenire, nella posizione giusta, a favore dell'interessato.
Ma se così è, questo è il mare di illegalità diventato sistema che interessa tutti i comuni d'Italia, perchè non può più parlarsi di casi singoli e particolari dinanzi alla puntuale ripetizione di eventi simili o identici in ogni dove, a prescindere dal colore politico e dalla posizione geografica.
Si dovrebbe quindi intervenire rapidamente con norme semplici e chiare, severe nei contenuti e nelle conseguenze finanziarie per i trasgressori, tanto da rendere antieconomica la violazione di legge.
La politica dei condoni e delle “deroghe”, fatta per sveltire i processi decisionali, ha favorito la speculazione, sconvolgendo la normativa e rendendo vane le garanzie legislative. Gli affari sono stati premiati, la legalità è stata seriamente compromessa.
Sui rimedi possibili, non mi viene in mente altro che il recupero del principio di legalità, da tradursi anche con il potenziamento della magistratura ordinaria e contabile nelle sue strutture e negli organici, in modo che nessuno possa più fare affidamento su inadeguatezze e ritardi degli uffici, oltre che su condoni e simili.
Per gli affari, sarebbe sufficiente far passare il concetto che garantire il rispetto dell'ambiente e la sicurezza e la stabilità degli edifici possa rivelarsi un proficuo investimento per tutti, dagli investitori ai consumatori, fino alle istituzioni.
Quanto alle risorse, sarebbe più che sufficiente rinunciare al ponte sullo stretto, maxi monumento al nulla, per trovarne in abbondanza, giuste comunque per mettere tutta l'Italia “a norma”.
Severo Bruno
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